Molte volte avrete sentito nominare l’espressione “End of Waste”, ma che cosa significa esattamente? E soprattutto, a che cosa si riferisce? Con questa locuzione si intendono i parametri che stabiliscono quando un materiale può essere considerato “fine rifiuto”. Ma facciamo un po’ di chiarezza e proviamo a spiegare il significato di questa espressione con parole semplici, che aiutano a comprendere meglio il contenuto di un nuovo e recente decreto che porta la firma del Ministero dell’Ambiente.
Oggi, secondo le norme dell’UE, sono inquadrati in parametri ben precisi solo i rottami ferrosi, il vetro e il rame, mentre l’Italia ha disciplinato anche il fresato d’asfalto e i combustibili da rifiuti. In ordine di tempo, tra poco sarà la volta degli pneumatici, della carta, del cartone e delle plastiche miste, oltre ai rifiuti da demolizione e da costruzione. E noi, ovviamente, non possiamo che essere felici e condividere a pieno queste prospettive future, vere basi per un’economia circolare e per un futuro sostenibile.
Questo mese, a tal proposito, è stato firmato un decreto importante che va proprio in questa direzione. Il documento apre la strada a un nuovo percorso normativo ma anche tecnologico, che ha l’obiettivo di riciclare i pannolini e i prodotti assorbenti. In questo, l’Italia è il primo paese al mondo a introdurre questa norma, con un decreto firmato dal ministro dell’Ambiente Sergio Costa che permetterà d’ora in poi di poter riciclare questi prodotti, che rappresentano il 4% dei rifiuti solidi urbani.
Questi sono gli obiettivi e la speranza, come sempre, è che ognuno possa essere rispettato e centrato, anche con una partecipazione sempre più informata dei cittadini. Riciclare, riciclare, riciclare. Questa è una parola chiave che non ci stancheremo mai di ripetere. Per il futuro del pianeta e per il nostro futuro.