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Quando pensiamo alle Maldive la mente corre alle spiagge bianche e al mare cristallino, ma non tutti gli atolli si presentano come paradisi terrestre. Ce n’è uno, infatti, che rischia di mettere a rischio, oltre al turismo, l’intero ecosistema. Il motivo? Ospita una vera e propria discarica galleggiante e a cielo aperto.

Non tutti conoscono questo particolare, anche se la situazione nelle acque dell’atollo di Kaafu è così delineata dal 1992; una collina di rifiuti di plastica alta almeno 15 metri che inquina le acque dell’Oceano Indiano. Ogni giorno direttamente sull’atollo vengono bruciate tonnellate di spazzatura che sprigionano fumi di ogni sorta visibili anche da Malè, la capitale.

Il motivo di tutto questo? Troppo turismo e, di conseguenza, troppi rifiuti prodotti. Sull’atollo della spazzatura si trova un po’ di tutto, dalla plastica agli elettrodomestici usati, alla spazzatura medica, industriale e privata. Un disastro, insomma, che rischia seriamente di minare ulteriormente l’ecosistema e la salute delle acque già provate dall’impoverimento della barriera corallina.

L’immagine è davvero raccapricciante e deve farci porre delle serie domande in merito: che senso ha, per esempio, andare alla ricerca di paradisi incontaminati, natura e acque cristalline se poi inquiniamo la terra e il mare senza pensare a dove finiranno i rifiuti che noi stessi produciamo?

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