I rifiuti non possiamo certo farli sparire. Però possiamo ottimizzarli, riciclarli al meglio per cercare di impattare di meno sull’ambiente e soprattutto, possiamo e dobbiamo utilizzare tutte le tecnologie che i mezzi più avanzati ci mettono a disposizione. Rifiuti urbani e rifiuti speciali sono due tipologie diverse, spesso due facce delle stessa medaglia, gioie e dolori per l’ambiente, la gestione e l’economia.
Forse non tutti sanno che oggi, una grande fetta dei 30 milioni di tonnellate di rifiuti urbani e dei 130 milioni di tonnellate di rifiuti speciali, quindi elettrodomestici, auto da rottamare etc.., finiscono all’estero. E che cosa ci fanno all’estero con i nostri rifiuti? La storia che vi raccontiamo oggi parla dello strano viaggio che molti dei rifiuti nostrani intraprendono per arrivo fino in Germania.
La Germania, a sua volta, utilizza i nostri rifiuti per produrre Combustibili solidi secondari, che vanno ad alimentare diversi settori, come quello del cemento, della carta, del vetro, fino alla siderurgia. Ma se dai rifiuti è possibile trarre qualcosa di buono, com’ è possibile che l’Italia paghi qualcuno per trasportare i suoi rifiuti oltreoceano? E soprattutto, com’è possibile che il nostro sia ancora un paese che non rispetta in tutto per tutti i dettami di Bruxelles? Siamo, ricordiamo, ancora troppo in adempienti secondo l’Unione Europea. In altre parole, ricicliamo poco, troppo poco rispetto a quanto ci si aspetta dal nostro paese.
Per questo, ogni anno, paghiamo una multa salata. Ci sarebbe da fare una riflessione molto profonda sull’argomento, come ci fa notare l’Aitec, l’associazione delle aziende che fanno parte della filiera del cemento e del calcestruzzo. Ci sono costi da ridurre e, possibilmente, multe da evitare. E allora perché non facciamo nulla? Perché non siamo in grado di innescare un bel ciclo virtuoso che veda proprio il cemento come parte attiva per lavorare su un’industria più verde e sostenibile? Tante le domande, ancora troppo poche le risposte.